L'abito da sposa

Come nasce un abito da sposa
Tutto quello che avreste voluto sapere su un abito
ma non avete mai osato chiedere
Articolo tratto dalla rivista Chérie Sposa





L’IDEA - Quando e come nasce un abito
La nascita di un abito da sposa è un vero cammino. E, come ogni cammino di valore, nasce da un’idea. E da un’azienda. Dove lavorano quasi solo donne. La “prima” si chiama Lucia Zanotti ed è l’anima creativa di Atelier Aimée Montenapoleone. Siamo andati a vedere il viaggio che segue l’abito dei propri sogni, e ci siamo trovati davanti a un percorso complicato, a tratti apparentemente confuso, ma vivo, vero, e pulsante.
La prima fase è l’idea che può nascere da qualsiasi cosa, sfogliando una rivista, dalla natura….altre arrivano dai tessuti della stagione. Lucia Zanotti inizia poi a consultarsi con le responsabili del gruppo stilistico. Laura per Emé di Emé, Agnese per Atelier Aimée, Raffaella per Prêt à Porter….ed è incredibile come ogni linea le rispecchi. È qui che si inizia a disegnare. Ogni campionario si compone di circa 150 modelli, senza contare che ogni abito che verrà poi modificato a seconda delle richieste delle spose: in questo caso il modello verrà studiato (e realizzato) da capo.
Quanto è difficile rendere tangibile un’idea? Laura ci risponde che la collezione inizia a settembre e si conclude a dicembre e l’abito segue varie fasi e percorsi, molto lunghi e complessi. Raffaella prosegue ammettendo quanto sia importante il momento della nascita di un’idea. “Può succedere che già in prova il modello sia perfetto, altre che il tessuto scelto non andava bene e allora va tagliato di nuovo…..altre volte non si riesce a rendere l’idea del figurino, perché il tessuto non si comporta sul corpo come si vorrebbe. Gli ultimi modelli sono i più fortunati. Più vedi cose, più sei stimolato. E l’ispirazione può nascere da qualsiasi cosa. Ed è di quel qualcosa che la sposa s’innamorerà…”



IL MODELLO - Dal disegno al cartamodello
L’idea, e successivamente il figurino, devono camminare a braccetto con la tecnica, ossia la modellistica e, quindi, lo sviluppo taglie. Dalla sala della creatività e dello studio sui materiali, si passa in quella delle modelliste che sono circa 13: Maddalena, la modellista capo, si occupa esclusivamente del campionario, mentre tutte le altre degli abiti da modificare (che come si può percepire sono i più).
Quando il disegno passa dalla fase stilistica a quella pratica, Maddalena e Lucia si mettono davanti al computer, impostato con un programma di sviluppo taglie, e analizzano quello che si può realmente fare e quello che, invece, no. L’importanza di una figura come Maddalena è quella di saper parlare sia il linguaggio da stilista che quello da sarta. Una volta che è stato inserito il modello nel computer, esso viene realizzato di carta e montato sul manichino: già da qui si vedono i primi difetti, che vengono segnati con un pennarello a contrasto.
L’abito sarà successivamente realizzato di teletta, montato ancora sul manichino e difettato nuovamente. Sopra la teletta si provano anche i drappeggi, realizzati di tessuto o passamanerie ricamate…..quello che è davvero fondamentale, è il contatto con i materiali e come essi si plasmano sul corpo umano.


IL CAMPIONARIO - E gli abiti speciali
Una volta che l’abito è stato realizzato con la teletta, viene tagliato il campione nel tessuto in cui è stato pensato all’origine. Il campione viene trattato in un locale unico, che prende il nome di piccola sartoria: qui ci si occupa “solo” del campionario nuovo e di tutti quei modelli che nell’azienda più “femmina” del circondario chiamano speciali. Giungono qui le singole pezze dell’abito che vengono imbastite:orli, pizzi, ricami, drappeggi e applicazioni varie vengono realizzate a aggiunte in loco, man mano che la lavorazione procede.
Il campione viene, nelle varie fasi di lavorazione, provato sulla modella almeno 5 volte: durante le prove la stilista può decidere di modificarlo, persino all’ultima. La prémière della piccola sartoria si chiama Maria Rosa e ci spiega che, oltre al campionario, è quello il luogo in cui si fanno le modifiche agli abiti scelti dalla spose, “questi sono la maggior parte, soprattutto per le ragazze fuori taglia…..che vogliono un abito unico per un momento che sarà unico per sempre”.






LA PRODUZIONE - La grande sartoria
Quando il campionario è terminato, tutta la collezione viene presentata in una sfilata dedicata ai buyers e alla stampa. Una volta presi gli ordini, la collezione va in produzione. L’ala dell’azienda dedicata alla parte “più industriale” del percorso si chiama grande sartoria: “grande” perché il concetto produttivo è quello dell’industria, “sartoria” perché molti sono i passaggi che vengono realizzati manualmente.
La prima zona che incontriamo è quella del taglio: una stanza presieduta da una macchina per il taglio che riceve “gli ordini” dal sistema operativo computerizzato. La macchina taglierà le forme come il programma la ha comunicate (quindi, come la modellista le ha inserite nel programma). Il tessuto è steso su un tavolo, sopra una carta bucherellata e, a sua volta, ricoperto di leggera carta velina che aderisce grazie al sottovuoto creato dalla macchina. Una volta che il tessuto è così fermo, viene tagliato: sono pronte le varie pezze che formeranno l’abito.
Le pezze vengono appoggiate sul corrimano insieme alla scheda tecnica dell’assemblaggio e poi, col montacarichi passano alla produzione al piano di sotto. Qui inizia la fase dell’incorporo: tutti i pezzi fin qui tagliati, vengono ora assemblati; corpetti, gonne e sottogonne, le quali sono qui orlate manualmente. Le rifiniture, come la cucitura del pizzo sul corpino o il tralcio di fiori sulla gonna, vengono messe a punto in questa zona, dopodiché avviene la fase dello stiro. Il controllo tramite metal detector, quello della corrispondenza tra le schede tecniche e il modello stesso, aprono le porte al momento finale:quello dell’inscatolamento e della spedizione.



RICAMO E TAGLIO - La grande sartoria
Tra le lavorazioni più importanti e complesse c'è anche il taglio del pizzo. Al momento del disegno e della creazione concettuale dell'abito viene deciso dove e se inserire il prezioso materiale. Questo è possibile nel momento in cui si ha davanto il modulo intero del tessuto ricamato, che arriva in azienda nella metratura ordinata precedentemente. Solitamente, dell'intero modulo si sceglie quella parte che più si addice al modello in questione: a quel punto si traccia sulla carta il disegno del pizzo che viene soprammesso e, quindi, tagliato. Il taglio del pizzo viene effettuato, nella misura e nel disegno interessati, per ogni abito e per ogni zona dell'abito stesso in cui si vuole applicarlo. Anche il ricamo, come il taglio del pizzo, è una lavorazione realizzata a parte. La tipologia di decoro si decide in fieri alla creazione o durante le varie prove nel corso del campionario. Una volta pensato e creato il disegno, deciso in che parte dell'abito apporlo, lo si riproduce a matita prima su carta, poi sul tessuto, fissato ad un telaio che ne sarà il sostegno.
A questo punto inizia il certosino lavoro di pazienti signore e ragazze che punteggiano i tratti di matita con piccole pietre e jais, fermandoli uno a uno. Il pezzo ricamato verrà, in un secondo momento, tagliato e quindi applicato manualmente all'abito.